Parliamo di libri, dai!

… ho nuotato fino alla riga.
Bambini alla conquista della scrittura.

Questo è il racconto di una piccola epopea, quella della restituzione della “parola scritta” a una classe di bambini definiti “caratteriali”. Tenendosi ben a distanza dallo scolasticismo, Élisabeth Bing narra la difficile riconquista della scrittura, che è possibile solo quando la si insegni come vero e proprio atto di inscrizione nel mondo, abbandonando le ricette di maniera.

Élisabeth Bing

Élisabeth Bing (1934-2017) è nata a Verdun (Francia) e ha vissuto l’infanzia durante l’ultima guerra mondiale, esperienza che l’ha profondamente segnata. Ben presto si è promessa alla scrittura e nel 1969 ha creato i primi atelier di scrittura per bambini “caratteriali”, che sono stati replicati per un pubblico sempre più vario e che sono oggi proseguiti dal figlio Emmanuel.

Il maragià di Firenze

Il primo maragià che dall’India arriva in viaggio in Europa è poco più di un adolescente, ancora prigioniero dei suoi sogni. La sua stessa vita svanirà come un sogno: di ritorno dall’Inghilterra, dove ha reso omaggio alla regina Vittoria, a Firenze inseguirà un altro sogno – la bellezza – ma qui morirà all’improvviso. Firenze, ancora per poco capitale, saprà vincere diffidenze e pregiudizi accordando al maragià un funerale indù. In un’incredibile notte l’Arno diventerà il Gange e là, nel luogo dove il corpo dello sfortunato giovane fu arso, oggi c’è la statua dell’Indiano: meta che, stagione dopo stagione, richiama l’autore a spremere il senso di una vita e a dare voce alla pietra. Ne viene fuori un singolare viaggio da fermo, un ponte di parole tra Oriente e Occidente. Tra poeti romantici, eccentrici studiosi ed esploratori dell’India, una riflessione su ciò che ci rende uguali e diversi e sulla bellezza della vita nella sua fragilità.

Paolo Ciampi

Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, è stato collaboratore per diversi quotidiani – dal “Giornale” al “Manifesto”, dal “Secolo XIX”al “Tirreno” – e oggi è redattore nell’Agenzia di informazione del governo regionale della Toscana. È presidente dell’Associazione Stampa Toscana. Si divide tra la passione per i viaggi – soprattutto a piedi e in bicicletta – e la curiosità per i personaggi dimenticati nelle pieghe della Storia. Ha all’attivo oltre trenta libri, con diversi riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali: l’ultimo, in ordine di pubblicazione, è “Il maragià di Firenze” pubblicato con Arkadia nel 2020.

Un caso maledetto

Gennaio 1970.
Il commissario Bordelli in aprile andrà in pensione, dopo quasi un quarto di secolo in Pubblica Sicurezza, e ancora non sa cosa aspettarsi, non riesce a immaginare come accoglierà questo totale cambiamento.
Ma per adesso è in servizio, e il tempo per riflettere e farsi troppe domande non c’è: in una via del centro di Firenze avviene un omicidio brutale. Sarà proprio quel crimine odioso il suo ultimo caso?
Ma soprattutto, riuscirà a risolverlo? Lui e il giovane Piras, che nel frattempo è diventato vice commissario, lavorano a stretto contatto, spinti come ogni volta dal senso di giustizia, ma in questa occasione anche dalla intollerabile inutilità di quell’omicidio. Passano i mesi, arriva la primavera, la data del pensionamento si avvicina.
La relazione del commissario con la bella Eleonora sembra essere sempre più solida. Non mancherà la cena a casa di Franco Bordelli, dove come d’abitudine ognuno racconterà una storia. Ma una mattina il commissario riceve una telefonata dalla questura… un altro omicidio?

Marco Vichi

Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e vive nel Chianti. Presso Guanda ha pubblicato i romanzi: L’inquilino, Donne donne, Il brigante, Nero di luna, Un tipo tranquillo, La vendetta, Il contratto, La sfida, Il console, Per nessun motivo; le raccolte di racconti Perché dollari?, Buio d’amore, Racconti neri, Il bosco delle streghe, Se mai un giorno; i graphic novel Morto due volte con Werther Dell’Edera e Il commissario Bordelli con Giancarlo Caligaris, e la favola Il coraggio del cinghialino. Ha inoltre curato le antologie Città in nero, Delitti in provincia, È tutta una follia, Un inverno color noir, Scritto nella memoria.
Della serie dedicata al commissario Bordelli sono usciti, sempre per Guanda: Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda, Il nuovo venuto, Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco– La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano), La forza del destino, Fantasmi del passato, Nel più bel sogno e L’anno dei misteri. Infine Un caso maledetto che è uscito nel 2020.

La Finale

Parigi, giugno 1938. La Nazionale italiana di calcio, capitanata da Peppino Meazza e allenata dal grande Vittorio Pozzo, sta per affrontare la fase finale del Campionato del Mondo. Alla Gare de Lyon arrivano ogni giorno treni carichi di tifosi italiani, perlopiù invisi ai francesi. Su uno di questi convogli, mimetizzato tra i suoi connazionali e sotto falso nome, viaggia il capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri, recentemente arruolato nel SIM, con una missione segreta da compiere: riportare in Italia un «contatto», un giovane ingegnere torinese. Convinto che l’incarico affidatogli sia cosa di poco conto, quasi una breve vacanza, Arcieri sarà costretto invece a ricredersi, trovandosi subito immischiato in situazioni ben più complesse del previsto. Il capitano verrà coinvolto in una estenuante inchiesta nel mondo sotterraneo dei fuoriusciti, tra figure luminose dell’antifascismo militante ed esponenti di un’ambigua zona d’ombra politica, agenti della polizia segreta mussoliniana e sicari senza scrupoli. E, sullo sfondo, una Parigi tutt’altro che pittoresca, tentacolare, sfavillante di luci e pervasa di ombre, degrado e miseria, dove pericoli mortali attendono Arcieri in ogni vicolo, in ogni bistrot, nei dedali del metrò, negli affollati e fumosi locali, nelle notti stellate alle pendici di Montmartre, fino al sorprendente, controverso epilogo.

Leonardo Gori

Leonardo Gori vive a Firenze. È autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del Novecento. Il primo romanzo della serie è Nero di maggio, ambientato a Firenze nel 1938, cui sono seguiti Il passaggio, La finale, L’angelo del fango (Premio Scerbanenco 2005), Musica nera, Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti con Franco Cardini.  È anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno animato).

La serie di romanzi con Bruno Arcieri è stata riedita da TEA e si conclude con la ri-pubblicazione de “La finale”, uscito il 25 marzo 2021.

Il blu delle rose

La protagonista di Il blu delle rose, è Elisabetta. Una genetista razionale e dal grande intelletto.

Vive in un mondo in cui è stato trovato (anche grazie al suo lavoro) il gene C, un gene che rende ogni persona che lo possiede un potenziale criminale.

Grazie a questa scoperta, che ha portato all’aborto obbligatorio in caso di feto con gene C, il mondo è diventato molto più sicuro, con un tasso di criminalità prossimo allo zero. È per questo che, Elisabetta, non ha dubbi sul lavoro svolto, però, un giorno, un nuovo incontro la fa tentennare.

Tony Laudadio

Tony Laudadio formatosi alla Bottega di Gassman, è attore di teatro e di cinema (Risi, Moretti, Sorrentino) ed è autore di testi teatrali e di opere letterarie. I suoi romanzi, Esco (2012) e Come un chiodo nel muro (2013) sono editi da Bompiani.

Il filo teso

Quando Paolo, Sara e i loro due figli si trasferiscono nel paesino di Setriano, non ci sono altre occupazioni che conoscere gli unici vicini di casa o curiosare nella vecchia rimessa.
La loro casa sorge all’interno di un’antica villa il cui passato riemerge dalle foto e dai disegni che Paolo trova un giorno in una cassapanca tarlata.

Esistono spazi enormi, deserti e bui, intorno alla casa in cui vive la famiglia di Paolo, che fanno nascere paure affascinanti. A dominare però non è tanto la paura della natura incontaminata, ma quella dei propri simili e, soprattutto, dei fantasmi del passato.

Nell’immaginazione dell’uomo prendono forma i vecchi tenutari della villa, con le loro storie che si proiettano nel presente. È un filo teso che lega destini antichi e nuovi, come camminare sul filo che separa emozione e ragione o forse le unisce.

Cosimo Mazzini

Cosimo Mazzini è nato a Firenze nel 1975. Il suo primo approccio con la scrittura avviene in adolescenza, con un racconto giallo che rimane nel cassetto. Nel 2015 pubblica il suo primo romanzo: Il diario delle opere buone, edito da Edizioni Creativa, che conquista una menzione speciale della giuria alla terza edizione del concorso “Premio Nazionale Letteratura Italiana” indetto da Laura Capone Editore.